Recensione: “Il suono del rintocco”

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L’ultimo libro che ho letto per voi, “Il suono del rintocco“, è un fantasy scritto da Alice Jane Raynor appartenente alla sottocategoria Dark, che fonde gli elementi del fantasy con quelli dell’horror.

Come sempre, partiamo dalla trama!

Nulla poteva più allontanarlo dal suo tormento, nulla poteva più fargli dimenticare tutto quello che aveva compiuto. Nel silenzio di quella notte senza stelle, lui riviveva l’agonia dei suoi stessi sentimenti e mai più ci sarebbe stata felicità. Il kindred dei Raynor e dei Keraunin, per un’antica congiura, sono destinati a intrecciare le loro vite in una bolgia di vendetta. La violenza delle loro azioni lascia poco respiro all’umana individualità dei suoi componenti, oppressi dall’orgoglio, da antichi precetti e dall’onore. In un mondo che dà poco spazio ai sentimenti, si ergono voci sprezzanti e forti di un’energia silenziosa. In uno scenario gotico e cupo si giungerà a risoluzioni estreme, macchiate di sangue. Riuscirà forse la vendetta a terminare?

Già dalla trama, si può evincere che questo è un romanzo molto particolare, che stupisce per la schiettezza e la durezza delle azioni che si sviluppano al suo interno.       Gli scontri di due famiglie rivali, Keraunin e Raynor, diventano una scusa per mostrare quanto un essere umano possa essere spregevole e senza ritegno, solo per riuscire ad imporre la sua supremazia.

Devo ammettere che all’inizio non mi ha coinvolto più di tanto, e ci ho messo più tempo di quanto mi aspettassi a portare a termine la lettura.                                                       Dopo un incipit promettente la storia di stabilizza e non intriga il lettore quanto ci si aspetterebbe, sbalzandolo da un personaggio all’altro e da un tradimento all’altro.      Dalla seconda metà in poi invece inizia a prendere una forma più definita e spinge ad interessarsi a ciò che accadrà dopo.

Per quanto mi riguarda, sono rimasta colpita dallo stile di scrittura molto elaborato e “fastoso” dell’autrice, che dimostra una lodevole capacità di esprimersi con un’eleganza molto lontana dalla banalità del linguaggio che utilizziamo ogni giorno, tipica del periodo in cui ambienta le vicende della sua storia.

Ho percepito inoltre un certo pessimismo, misto a misantropia, nella violenza delle azioni e delle intenzioni dei protagonisti, che dimostra che l’autrice non abbia una grande fiducia nell’essere umano (sfiducia motivata!), nonostante dimostri di avere ancora una speranza, quando i personaggi tornano a ragionare e si mettono alla prova riuscendo ad aiutare gli altri.

Mi è mancata un pò la conoscenza approfondita di uno o più protagonisti, perché mi sembra che le loro personalità vengano appena accennate. Ciò ha fatto sì che non mi sia riuscita ad identificare nè ad affezionare a qualcuno in particolare anche se, per ragioni che non posso svelare (onde evitare spoiler), Frederick si è dimostrato il più (o il solo) degno della sua nobiltà.

In sintesi, il mio giudizio è incerto. Ci sono aspetti molto favorevoli e aspetti su cui si potrebbe lavorare.

In ogni caso ogni libro scritto con il cuore e con impegno, si merita di essere letto e questo non fa eccezione!                                                                                                Se volete scoprire qualcosa di più sui contenuti o sull’autrice, potete visitare il suo blog personale Il suono del rintocco

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