Buongiorno lettori!
Dopo qualche settimana di assenza, torno con una nuova recensione, del secondo libro della saga della scrittrice Daniela Lojarro “Il risveglio di Fahryon-Il suono sacro di Arjiam” (Qui la recensione del primo Fahryon-Il suono sacro di Arjiam ).
Il primo capitolo della saga, Fahryon, si chiudeva con colpi di scena e violenze, perpetrate dal protagonista Mazdraan contro Fahryon e la sua famiglia. Queste vicende segnano il cuore della giovane Magh, che si rifugia in una realtà interiore per estraniarsi dal mondo reale e dal dolore. Saranno Vehltur, eremita e mentore, e l’aquila magica Klihjak a scuoterla da questo stato di torpore mentale e a convincerla ad intraprendere il viaggio che la condurrà a riunire le due sponde del mondo magico e fare in modo che Armonia e Malia si fondino stabilendo l’Armonia. Questo compito però non è affatto semplice, se si considera che Mazdraan ha in pugno suo figlio Uszrany, compagno di Fahryon e suo punto debole, e che minaccia di utilizzare la Malia per impadronirsi del potere magico nel mondo.
È un capitolo avvincente, emozionante, pieno di colpi di scena che, con leggerezza, riesce a sciogliere i nodi presenti nel primo libro e a raccontare la storia dei singoli personaggi, illustrando il loro passato e facendoli conoscere da vicino. L’antagonista, il nobile Mazdraan, dimostra eleganza e sicurezza, scontrandosi con intelligenza con i protagonisti, anch’essi determinati e coraggiosi.
È un libro che ti tiene incollato alle pagine e che ti spinge a provare simpatia e affetto per la sua protagonista femminile, all’apparenza fragile e dolce, ma in grado di scatenare una forza immensa quando si tratta di proteggere chi ama e di ristabilire il bene. La sua caparbietà e la sua Armonia interiore la rendono un personaggio ben studiato e complesso.
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