Recensione: Il cuore del lupo – parte 1 “Tor”

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Ogni tanto sparisco, lo so, ma poi torno sempre!

L’ultimo romanzo autopubblicato che ho letto, é stato Il cuore del lupo – parte 1 “Tor”, un gradito regalo di Natale. Primo volume di una saga che comprende 5 titoli, “Tor” é stato scritto e autopubblicato da G.D. Light, riscuotendo un discreto successo in termini di pubblico.

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Come sempre partiamo dalla quarta di copertina.

La tranquilla e ordinaria vita di Aurora viene interrotta da sogni strani e incessanti che hanno un unico protagonista: un enorme lupo nero. Ogni notte ormai è diventata un viaggio nella vita di un altro, e che riempie Aurora di frustrazione e inquietudine. Durante l’ultimo sogno, però, accade qualcosa di diverso.
La ragazza vede l’animale in pericolo e prova il desiderio di aiutarlo. In quell’istante la sua vita verrà stravolta. Inizia così un viaggio in una realtà di amore, lupi e magia.

Il romanzo di G.D. Light, autrice italiana sotto pseudonimo, é scritto al passato in prima persona, in alcuni capitoli dal punto di vista di Aurora, la protagonista umana, e in altri dal punto di vista di Tor, il co-protagonista lupo.

All’inizio della storia Aurora, Rori per gli amici, trascorre i suoi giorni come una normale ragazza, con una vita ordinaria che si divide tra il lavoro e la casa, che condivide con l’amica Amelia. Aurora é orfana e racconta di aver perso i genitori in un incidente stradale (un particolare che si trova spesso nei romanzi fantasy) e di essere cresciuta con la zia Penny.

Auri fa dei sogni ricorrenti, che la vedono fluttuare nel bosco, sopra a una radura che non conosce. È proprio a causa (o per merito?) di questi sogni bizzarri che un giorno si ritrova catapultata nel mondo di Tor, un enorme lupo nero dagli occhi gialli, che Aurora cerca di salvare dall’attacco di guerrieri armati di spade. Questo suo “intromettersi” nella battaglia in atto nel suo sogno, spezza l’equilibrio tra i due mondi e la ragazza si ritrova a ruzzolare sulla terra umida del bosco, proprio di fronte a Tor e ad altri lupi del suo branco: Edgar, Drina e Salem. 

Quello in cui si é ritrovata Aurora é il mondo di Arkan, un mondo in cui la diciannovenne si accorgerà presto che é normale vedere lupi assumere sembianze umane e viceversa e incontrare maghi, streghe e terrificanti guerrieri alati.

Tor é il lupo alfa, colui che, di fianco al Consiglio degli Anziani, impartisce gli ordini al popolo e toccherà a lui tenere a bada lotte intestine, traditori e maghi in cerca di vendetta.

Aurora riesce presto ad adeguarsi alla sua nuova vita, avventurosa e magica, e nonostante senta nostalgia di casa, é felice di vivere in un posto nuovo tutto da scoprire.

Inoltre sente un profondo legame con Tor e con quel mondo di cui mai aveva sentito parlare. Che cosa si nasconderà dietro alla sensazione familiare che Rori prova quando fissa i grandi occhi dell’Alfa? Solo ai più curiosi é dato scoprirlo.

Veniamo a un’analisi più approfondita dei personaggi e della storia.

Il romanzo scorre con facilità sotto agli occhi del lettore, complice uno stile di scrittura fluido e diretto. L’uso della prima persona permette di entrare maggiormente in sintonia con i protagonisti e con le vicissitudini del mondo di Arkan perché permette al lettore di addentrarsi nella mente del personaggio, nei suoi lati più intimi.

Personalmente, non trovo in Aurora una protagonista convincente. Non mi é capitato, come in altri romanzi, di desiderare di essere lei, di ammirarla e di fare il tifo per lei. A tratti, i suoi comportamenti mi sono sembrati immaturi e infantili. Il suo agire “per partito preso” più che per istinto, la portano ad apparire leggera e impulsiva. Commette delle azioni senza senso, che non portano ad altro che non sia farla considerare sospetta agli occhi degli altri lupi. Inoltre si prende delle libertà sconsiderate, come nella scena del ballo, quando intraprende una conversazione a dir poco sconveniente e sgarbata con uno dei lupi invitati (quando ci arriverete, capirete a cosa mi riferisco).

D’altro canto vedo in Tor del potenziale. È un lupo senza dubbio carismatico, dai modi gentili e quasi fuori dal tempo. È un gentiluomo incatenato (da una maledizione) nel corpo di un grosso e morbido lupo. Il suo attaccamento per Rori diventa quasi ossessione, ma é un’ossessione positiva perché lo fa essere protettivo e non soffocante. Il suo affetto per la ragazza arriva quasi a offuscare il suo giudizio nei confronti del regno ma in un modo che appare autentico agli occhi dei lettori.

Per concludere, non me la sento di sconsigliare questo romanzo, che si rivela una lettura piacevole per trascorrere del tempo in un mondo lontano dal nostro, nonostante abbia qualche punto critico.

Sicuramente, dopo aver letto il primo volume della saga, avrete bisogno di leggere il secondo: questo perché la prima parte, intitolata “Tor”, risulta quasi come un prologo. L’autrice ci butta delle esche, ci dà delle informazioni senza arrivare a nessuna conclusione, e tutti coloro che vogliono capire di più nella storia del mondo di Arkan, nella lotta che sta per combattersi e nel sentimento tra i protagonisti, non potrà far altro che leggere il secondo volume.

Buona lettura!

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