Buongiorno e ben tornati in compagnia delle nostre recensioni! Passata la pausa natalizia, si torna al lavoro, in compagnia del libro Cosmic Dancer di Arianna Calandra.
Non saprei precisamente come definire il genere. In un primo momento sembra avvicinarsi all’urban fantasy, ma poi le sue note mistiche lo rendono identificabile con i romanzi spirituali, che cercano di far riflettere e di svelare una qualche realtà superiore, pur concentrandosi sul suo universo fantastico.
Il libro si divide in quattro parti, ognuna dedicata ad un personaggio differente e distante dagli altri. La prima si concentra su Luna, una diciannovenne non molto integrata tra i giovani della sua età, ma per scelta personale. Non si sente attratta dalle feste, dalla ricerca delle scarpe e dei vestiti perfetti, e preferisce restare da sola, in silenzio. Un giorno, all’uscita da scuola, perde l’autobus, e quello successivo la porta in città, dove scopre un forno grazioso ed accogliente. Quel posto le cambierà la vita, facendole conoscere Gabriel e una realtà molto diversa da quella in cui ha vissuto fino a quel giorno. Scopre che lui è la sua guida, e la metterà al corrente della vera storia dell’umanità, che è in grave pericolo perché l’Oscurità sta avanzando, portando via la Luce dalle persone. Grazie a lui, e al Dottor Colonna, Luna scoprirà di essere una delle ultime otto luci ancora intatte e brillanti, e su di lei inizierà a gravare il peso dell’umanità. Il passaggio alla seconda parte avviene dopo che Luna, partita per Santiago de Compostela, incontrerà Manuel, seconda Luce ad essere individuata. Il protagonista diventa Daniel, appartenente ad una tribù Lakota che vive in una riserva vicino ad Hunter Creek. Trascorre le sue giornate tra i prati della riserva, avvolto dall’alone mistico delle tradizioni della sua gente, e la città, che frequenta per lavoro e in cui ha trovato due buoni amici: Mark e sua sorella Hanna. Anche lui dovrà fare i conti con la scoperta della verità, guidato dallo spirito che abita la montagna Blu, Winyan Wakan. Tra pericoli, bugie, violenza, dovrà cercare di non farsi catturare da chi vuole scoprire la verità sui suoi “poteri” e, nello stesso tempo, proteggere il suo popolo e la sua specie. Nella terza parte troviamo invece Adam, studente di medicina prossimo alla laurea, che cerca di fuggire dall’attività di famiglia che dovrebbe passare nelle sue mani: la casa di funerali Himovitch. Abita a Gerusalemme, è ebreo e vive con suo padre e con suo fratello Zach. A lui la missione appare nel vero senso della parola, complici i tanti spiriti che si aggirano per la sua casa. Si rende conto, infatti, di poter vedere le Ombre, coloro che non possono trovare pace e che restano a vagare senza meta, e si lega così tanto ad una di loro, che chiama Celeste, da riuscire a cambiare il suo destino, ridandole luce. La sua guida è suo nonno, che lo tranquillizza e lo spinge ad agire e ad accettare il suo “destino”, che Adam chiama “indole”. Sarà affiancato anche da suo fratello, compagno del cammino che affronterà e portatore anch’esso di luce. L’ultima protagonista è Keo, che abita nel Laos insieme alla sua famiglia. La sua quotidianità consiste nel trascorrere molto tempo nel fiume Mekong, grazie all’attività di due inglesi trasferiti nel suo villaggio. Scopre proprio in uno di loro, Bill, la sua guida, dopo un incidente nel fiume che lo ha quasi fatto morire. Ma così non è stato, perché lo spirito del fiume, Then, ha ascoltato le preghiere di Keo e l’ha aiutato, rivelandosi a lei nel suo essere immateriale ma percepibile. Inizia così il suo viaggio verso la conoscenza di se stessa e del suo compito nel mondo.
Ho trovato questa storia un pò complessa da comprendere, ma decisamente originale. Ho dovuto più volte rileggere le parti in cui le guide spiegavano la storia dell’umanità alle Luci, ma poi ho capito che non era troppo chiara neanche a loro. Questo libro parla del compito che hanno certe persone del mondo, dell’importanza delle azioni sulla vita di chi abbiamo intorno ma che generalmente non consideriamo. Ogni personaggio intraprende il suo viaggio di conoscenza ma neanche le guide possono indicargli la via precisa da seguire, perché è la prima volta che accade ciò, e cioè che l’umanità debba riprendere la sua luce, la sua potenza, e allontanare l’oscurità che la sta divorando. Avrei preferito che certe cose venissero subito alla luce, o che certe azioni facessero evolvere la situazione dei personaggi, ma rimane tutto accennato, e forse è proprio quello che la scrittrice vuole. Abbiamo un quadro generale dei quattro protagonisti senza conoscerli veramente o sapere se hanno capito come dovranno agire, ma un alone di mistero può essere un invito a continuare a leggere, no? Per ora inoltre le Luci sono rimaste estranee, ancora incapaci di trovarsi, lontane chilometri dalle altre. Bisognerà vedere nel prossimo libro se riusciranno ad unirsi e a sconfiggere le tenebre!
Ho apprezzato davvero molto l’accuratezza nella descrizione di luoghi, dei piatti tipici, delle tradizioni dei luoghi presentati. Mi è sembrato di camminare per le strade di Gerusalemme con Adam, o di stare su una canoa accanto a Keo. Non ci sono descrizioni troppo pesanti o lunghe ma quelle che l’autrice ci fornisce sono piene di dettagli. Ovviamente non so se è stata davvero in questi posti o se ne ha solo studiato la storia o la geografia, ma questa capacità descrittiva è certamente apprezzabile!
In conclusione, è un libro particolare e curioso, che diventa sempre più interessante andando avanti nella lettura.
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